Zovencedo ad un passo dalla Luna

Situati a sud della città di Vicenza i Colli Berici sono formai da una particolare roccia calcare che né ha favorito la formazione di grotte ed il paese di Zovencedo ne custodisce preziosa testimonianza

Lungo i numerosi sentieri che solcano il territorio  si possono scoprire paesaggi naturali ancora incontaminati, antiche fontane con lavatoi (Fontana della Villa, Fontana de Biste, Fontana delle Piane , Fontana del Monte, Fontana del Borgo, Fontana di San Gottardo, Fontana dei Trotti o del Travegno , Fontana delle Donne), vecchie “priare” abbandonate.

Come numerose sono le grotte che ne caratterizzano la zona prima utilizzate dall’uomo come eremi e luoghi religiosi e successivamente come abitazioni per la loro vicinanza hai luoghi di estrazione della pregiata, pietra conosciuta in tutto il mondo “Pietra di Vicenza”.

A Zovencedo famosa è la casa ” Sengla del Meonl “, dal nome dell’ultima famiglia che l’ha abitata.

Immersa nel verde a due passi dalla miniera estrattiva oggi “Museo della Pietra” e recentemente restaurata.

L’abitazione originale era sviluppata su due piani: sotto, ingresso, cucina con focolare e secchiaio; sopra, camere da letto.

Non mancavano, sempre all’interno della “Priara”, la stalla e le adiacenze rurali.

Una saetta scesa dal camino durante un tempora le costrinse la famiglia a lasciare la casa nel 1959.

Rimane una rara testimonianza di come l’ingegno umano si possa integrare perfettamente con la natura.

Museo della Pietra

Il polo espositivo è suddiviso in tre aree tematiche contigue.

La prima presenta l’estrazione a mano, che è avvenuta così per secoli, e comprende gli attrezzi usati dai cavatori come magli, scalpelli, picchetti, binde, cunei e un’intera impalcatura per cavare e spostare i blocchi.

La seconda area riguarda l’avvento della meccanizzazione a partire dagli anni Sessanta con le macchine elettriche su carrello e a braccio meccanico e i successivi mezzi sempre più moderni, dagli argani per trascinare i blocchi, alla sega elettrica col motore a lato, chiamata “francese”, che sezionava le pietre sul posto.

La terza è dedicata all’esposizione dei prodotti della lavorazione della pietra, dalle fontane, alle colonne, ai mascheroni e alle statue prodotti nei laboratori artigianali e dagli scalpellini della Val Liona.

Il luogo al visitatore si presenta fortemente suggestivo per il suo caratteristico aspetto lunare.

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